mercoledì 15 febbraio 2012

CIBO PER LA VITA

                                                       di  VALDO VACCARO 
                                             http://valdovaccaro.blogspot.com

(La via ippocratica e pitagorica verso la conoscenza del cibo per la salute del sistema mente-corpo-spirito, della Madre Terra e di tutte le sue creature
)

(Conferenza di Spinea-Venezia dell’11/2/12 al Teatro Sala Barbazza)

IL LEONE DI SAN MARCO E IL GELO

Sul muro esterno della mia casa paterna, una delle più antiche della borgata di Tavagnacco, 10 km a nord di Udine, c’è uno stemma seicentesco che raffigura il Leone di San Marco. Era forse destino che facessi un po’ il Marco Polo per l’Asia e che sposassi pure una ragazza cinese. Un saluto alla grande Venezia, al Veneto e a voi tutti, gentile pubblico indomito ed infreddolito. Ci sono alcune seggiole vuote, ma siete sempre quasi duecento persone motivate. Non è uno scherzo muoversi di notte con l’umidità, il vento, il gelo e il rischio neve, e per ascoltare poi una predica.

LA PREDICA SUL CIBO E SUL COMPORTAMENTO

Una predica su quelle cose intime e personali che non vorremmo mai fossero messe in discussione, cioè il cibo e il comportamento. Una predica sul cibo, e per giunta contro le luganeghe e i crostoli in tempo di Carnevale. Una predica contro le frittelle, contro la polenta e baccalà, contro la polenta e osei, contro il grappino e il caffè, contro il prosecco e il digestivo.

LINO TOFFOLO E I FRATI TRAPPISTI

“Premesso che parlar male del vino suona già di provocazione, manca solo tirar via l’orgasmo e la fica, e poi chiudiamo baracca e burattini”, commenterebbe il gran mattacchione Lino Toffolo. Un saio marrone, un cilicio e via tutti dai frati. Non da quelli normali alla San Francesco, ma dai frati trappisti. Quelli che, anziché salutarsi con un “Ciao come stai” si dicono “Dobbiamo morire”, aspettando poi di ritorno non un “Salve” o un “A presto”, ma un “Morire dobbiamo”. Consolatevi, potrei anche chiudere un occhio sul frico e polenta, e persino su mezzo bicchiere di vino brulé, col ghiaccio che impera.

ATTIVISMO SOLLECITATO

So che tra voi ci sono alcuni artisti, come artisti sono gli organizzatori della serata, Wilde e Fabio, ai quali va il mio ringraziamento. In verità non sono un soggetto da palcoscenico, non sono disinibito ed esibizionista. Preferisco la calma, la riflessione, la solitudine tra i boschi. Fossi cantante-poeta sarei caratterialmente un tipo schivo e riservato alla Lucio Battisti, che si presentava al pubblico una volta ogni tre anni. Il mio intenso attivismo, fatto di conferenze e di articoli e tesine quotidiane firmate non è grafomania, ambizione o culto della personalità, ma è un meccanismo innescato da una marea di stimoli, di sollecitazioni, di messaggi che mi arrivano dal pubblico, da gente come voi qui presenti stasera.

IL TEMPO E’ UN CAPITALE DA NON SCIUPARE

Mi trovo qui col microfono in mano e ho il non facile compito di intrattenervi, di far sì che sia valsa la pena di venire, e che non si è buttata via per niente una serata. Ho un grande rispetto per il vostro tempo. Guai sciupare un sabato sera in modo insulso, noioso e improduttivo. Niente magie, niente guarigioni, niente santismi e niente gurismi. Nulla di strabiliante in me. Dov’è allora l’interesse, lo spettacolo, la motivazione, il collante?

PARLIAMO DI PROPELLENTE PER LA NOSTRA FUORISERIE

Qualcosa di speciale e di straordinario ci deve pure essere. Partiti e sindacati fanno fatica a riempire le sale dei loro convegni, nonostante i bonus e i biglietti-treno gratuiti. Qui non parliamo di crociere finite male, non parliamo di scudetto e di retrocessione, non parliamo di borse in calo, ma parliamo di carburante, di benzina super adatta al nostro carburatore, alle nostre candele, al nostro spinterogeno, ai nostri filtri, al nostro motore. Parliamo cioè di quello che portiamo alla bocca più volte al giorno per nutrirci.