venerdì 4 dicembre 2009

Il Carattere secondo Sathya Sai Baba

Se seminiamo un pensiero oggi raccoglieremo una azione domani, se seminiamo una azione oggi raccoglieremo una abitudine domani, se seminiamo una abitudine oggi raccoglieremo un carattere domani, se seminiamo un carattere oggi raccoglieremo un destino domani. Voi non perdete molto se vi danneggiate un dito al punto da doverlo amputare, il corpo può ancora funzionare ed essere uno strumento efficiente; perfino se perdete un arto potete agire e star bene con l’aiuto delle vostre altre facoltà ma, se perdete il carattere, tutto è perduto. La crisi di carattere, che è alla radice di tutte le difficoltà ogni dove, è il risultato dell’aver trascurato questo aspetto dell’educazione. La saggezza fiorisce quando l’uomo ha paura del vizio e del peccato ed è attaccato al Divino.

da: Il Pensiero del Giorno di Prashanti Nilayam del 4 dicembre 2009

venerdì 30 ottobre 2009

Una giornata d'azione per il clima (((350)))








Il 24 ottobre c'è stata la giornata mondiale di risveglio per sensibilizzare le persone e gli uomini politici alle
gravi conseguenze dei cambiamenti climatici. Ci sono stati migliaia di eventi in contemporanea in 180 paesi del mondo.
Questa volta si è deciso un segnale universale di riconoscimento: l'esibizione del numero 350. Esso costituisce la "soglia di tolleranza" per il nostro pianeta Terra per le emissioni di CO2. Se vai a vedere
www.350.org ci sono link a video e spiegazioni in italiano sul fatto del 350 che sono le parti per milione di anidride carbonica
sotto le quali la vita evolve.
Attualmente siamo quasi a 390.... per cui dobbiamo fare velocemente marcia indietro prima che sia troppo tardi!
Puoi trovare maggiori informazioni ed iscriverti al grandioso quanto vitale progetto su www.350.org e
vedere alcune tra le numerosissime iniziative in proposito, avvenute sempre il 24 ottobre (ma ce ne sono state altre prima, organizzate anche da avaaz.org) nonchè restare in allerta per ESSERCI alle prossime.
Poche ciancie: ORA CIASCUNO E' CHIAMATO A FARE LA SUA PARTE. Si deve fare presto in vista della riunione di dicembre a Copenaghen sui cambiamenti climatici.

Ti prego di divulgare il più possibile questo appello.
Oggi grazie alla rete possiamo fare parte di un movimento planetario per il bene della terra, che è anche il nostro!

giovedì 25 giugno 2009

Ricercando "lo scopo della vita"

di Howard Murphet
Dal libro "Sai Baba. Invito alla gloria"


In tempi di difficoltà e di tragedia, ma anche in altri periodi, l'uomo si domanda: «Qual è lo scopo della vita?» Per la maggior parte dei suoi giorni ha agito come se lo scopo dell'esistenza fosse quello di fare soldi, far carriera, diventare famoso o potente, oppure soltanto divertirsi, guazzando in un mondo di desideri sensoriali. Ha sempre. creduto che il raggiungimento di questi traguardi avrebbe potuto renderlo felice. Ma un bel giorno, quando, per una ragione qualsiasi, deve forse guardare in faccia la morte e si accorge di quanto gli sia vicina, comincia a dubitare della validità di questi risultati. Qual è allora lo vera Méta? Che cosa potrà dargli quello stato di gioia costante che il cuore umano desidera da sempre? Può esser trovato in qualche paradiso nei cieli?

Sai Baba insegna che lo scopo della vita è trovare chi veramente siamo. Ci dice che l'uomo è come quel principino che era stato rapito da bimbo, ed era cresciuto fra i ladroni credendo d'esser un ladrone anche lui. Ma viene poi a sapere in modo indubbio di essere un principe con un'eredità magnifica, ed allora la sua vita e il suo modo di vedere cambiano totalmente.

Così la nostra vita si può svolgere ad un nuovo livello e il nostro mondo può cambiare del tutto se arriviamo alla conoscenza diretta e indubbia della nostra vera identità; questo cambiamento s'accompagnerà ad una gioia permanente che non sarà toccata dagli alti e bassi della sorte, perché la scoperta di ciò che veramente siamo apre la strada a questa gioia che è una parte della nostra vera natura.

Per fare questa grande scoperta non dobbiamo aspettar di morire e di passare a qualche altra regione dell'esistenza. In effetti sarà meglio che la facciamo qui; e questo è il fine della vita umana sulla terra.

Chi ha trovato il proprio vero Sé occulto ha trovato Dio, perché egli è Uno col Sé. Il viaggio interiore verso il Sé e verso Dio può avere tre tappe. Nella prima si sente che Dio è il Padrone; un grande Essere in qualche posto là fuori e che colui che Lo cerca è il Suo servo. Poi il cercatore si è fatto più vicino, e capisce di essere Suo figlio, nato da Dio: e finalmente si rende conto di essere Uno con Dio.

Il cercatore che sperimenta di essere uno con Dio s'accorge anche di essere uno con tutta la vita. Mentre continua a vivere nel mondo, da quel momento in poi la sua vita sarà governata da un'armoniosa unità. Non cercherà più gioia e soddisfazione dalle cose del mondo, ma la gioia sarà sempre in lui. Cercherà solo di servire i suoi simili per condurli alla meta che egli stesso ha raggiunto.

Tratto dal libro "Sai Baba. Invito alla gloria" di Howard Murphet
Howard Murphet, Sai Baba. Invito alla gloria. Magenta, Organizzazione Sathya Sai Baba Italia, 1983, pp. 74-75

venerdì 12 giugno 2009

AFFASCINANTE

È veramente sorprendente considerare le cose da una prospettiva diversa dal solito e con un’altra scala di valori...


venerdì 15 maggio 2009

IMMORTALITÀ E DNA


Immortalità e DNA
di Daniela Bortoluzzi

Siamo creature di luce immortali che non sanno - anzi "non ricordano" - di esserlo e si identificano erroneamente con l'involucro provvisorio e quindi mortale che le riveste temporaneamente: il corpo fisico.

Per parlare di immortalità bisogna quindi parlare anche di morte, anche se per la maggioranza delle persone questo argomento è tabù. Si evita perfino di pensarci, quasi a fingere con se stessi di essere immortali.
Oggi nessuno vuole parlare della morte, specialmente della propria. Intavolare un discorso su questo argomento, significa rompere la calma piatta e disturbare la mente delle persone. Come se non parlandone, uno fosse immune alla morte.
Provate a chiedere a qualche vostro amico dove pensa di andare "dopo".
Vi dirà: "Non mi interessa, intanto penso a vivere qua adesso e meglio che posso, il dopo non mi interessa. Se c'è un dopo, ammesso che ci sia, ci penserò quando sarà il momento, ci penserò dopo".
Ma questo è assurdo! Bisogna sapere dove andremo!
E anche da dove veniamo e cosa facciamo qua.
Una volta chiarito questo punto, non sarà più possibile aver paura della morte, la peggiore di tutte le paure umane, una paura atavica che viene compensata dall'istinto di conservazione, grazie al quale gli esseri umani immaginano di sopravvivere nei loro figli trasmettendo loro il proprio DNA.
Quel DNA che contiene tutte le nostre informazioni genetiche e che si trasmette cellularmente con una stretta di mano, con un bacio, con un colpo di tosse... facendo sì che le reciproche cellule viventi formino per un certo periodo un "unicuum" e comunichino nella Matrix olografica che contiene tutto il Cosmo, dove "evidentemente" tutto è UNO.
Ovviamente questo "unicum" non è "perpetuum", ma si limita al periodo vitale delle cellule.

Per capire al meglio quanto appena esposto, bisogna risalire a una serie di esperimenti creati dal dott. Cleve Backster e condotti nel 900 da alcuni scienziati in forze all'esercito statunitense, durante i quali emerse che i sentimenti hanno il potere di influenzare il DNA umano, quindi le cellule viventi.
Fu possibile giungere a una tale conclusione dopo aver verificato che il DNA prelevato da un donatore continuava a reagire come se si trovasse ancora al suo posto.
Furono infatti mostrati alcuni filmati "emozionanti" al donatore che si trovava in un locale molto distante dal laboratorio in cui si sarebbe controllato il comportamento delle cellule del suo DNA precedentemente prelevate mediante tampone. Ebbene, le reazioni furono identiche.
In seguito, durante ulteriori esperimenti su distanze sempre maggiori fino a oltre 500 chilometri (sempre con il medesimo risultato), il dott. Backster poté appurare e dimostrare - mediante un orologio atomico - che le reazioni del DNA avvenivano simultaneamente.
A questo punto, però, sorge un pensiero inquietante: se il DNA continua a reagire allo stesso modo del donatore, cosa succede se il donatore ha lasciato il corpo (è morto)? Nei trapianti, insomma?!
Secondo me, chi riceverà il mio cuore, il mio fegato, un mio rene, il mio midollo, la mia epidermide, una mia cornea o qualsiasi altra parte del "mio" corpo (sono donatrice di organi) manterrà per forza una qualche memoria di "me", che si tradurrà forse in un modo "speciale" di vedere le cose.
Quando mia madre era in dialisi, avrei voluto donarle un rene, ma le sue condizioni non me lo hanno permesso. Questo significa che il suo Karma doveva compiersi.
Ma cosa accadrà ai beneficiari dei miei organi, dal momento che le "mie" cellule saranno mantenute vive fino al momento dell'espianto?
Una risposta emerge dal mare di Energia Divina: siamo tutti UNO.

Secondo David Bohm, se le particelle subatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza è perché la loro separazione è un'illusione.
Nell'ipotesi olografica trovano spazio e spiegazione anche le "sincronicità" e il "caso", e si scopre l'esistenza di un nesso tra fisica quantistica, fisica neurologica, fisica organica e filosofia.
E se tutto segue un modello olografico, anche la mente e la coscienza devono farne parte.
A questo punto bisogna distinguere che mentre nella fisica classica ogni cosa ha il suo posto, in quella quantistica ogni particella subatomica può essere ovunque in ogni tempo... si può sovrapporre a qualunque livello.
Ci troviamo davanti a teorie nuove e diverse, che facciamo molta fatica ad assimilare e accettare. Ci sembrano paradossali, perché ci hanno sempre insegnato che il mondo è composto di materia e che questa è fatta di atomi al cui interno gli elettroni ruotano attorno al nucleo in uno spazio definito, appunto, orbitale.
Eppure, anche se tutto è formato da atomi che a loro volta formano le molecole e queste la materia, gli atomi sono praticamente "vuoti" e quindi anche l'universo lo è.
Ed è proprio in quel "vuoto" del più profondo campo manifesto che si trova la trama dell'Universo nota come "Scala di Planck", il livello fondamentale della geometria dimensionale oltre il quale lo spazio-tempo si trova nel campo non manifesto delle superstringhe (1).
Secondo la teoria della relatività e la meccanica quantistica, i fisici stimano che la maggior parte dell'universo e della materia, abbia l'equivalente di 1094 grammi di massa-energia.
Dal momento che ogni grammo equivale al tipo di energia E=mc2, ne risulta un numero elevatissimo.
Per arrivare al dunque e capire come questa energia abbia a che fare con la nostra Coscienza, faremo ora un calcolo supponendo, per praticità, che l'universo sia piatto, ipotesi peraltro avanzata da sempre più numerosi dati astronomici.
Nel volume (ossia nel vuoto) di un solo atomo di idrogeno, che misura circa 1023 cm2, c'è l'energia latente di 20 miliardi di anni luce... vale a dire 3.000 miliardi di volte maggiore della massa di tutte le stelle.
Secondo il fisico William A. Tiller
(2), se la Coscienza umana ne permette di controllare anche solo una piccola frazione, significa... che provocare un Big Bang non sarebbe un problema.
Se la nostra Coscienza è in grado di controllare questa energia, significa anche che non siamo solo gli inconsapevoli creatori di ogni cosa intorno a noi: siamo anche il soggetto, l'oggetto e il palcoscenico della commedia della vita.
E siamo anche l'autore, il regista, il suggeritore e il pubblico.
E in questo UNO assoluto siamo Dio, perché nella non-dualità non c'è un Lui e un noi, un dentro e un fuori.
Dio è quel mare di energia in cui non è staccato o distinto da ognuno di noi. E di conseguenza noi non siamo noi.
Semplicemente siamo.

Note:
1. Con la Teoria delle Superstringhe si tenta di spiegare come relatività, gravità e meccanica quantistica - forze cosmiche fondamentali - e le particelle, siano in realtà vibrazioni di sottilissime stringhe supersimmetriche.
2. Cattedra di Ingegneria e di Scienze alla Stanford University.

tratto da: http://www.edicolaweb.net/icone21a.htm

mercoledì 1 aprile 2009

Zeitgeist: Addendum (web film No Profit) 2008




Regia: Peter Joseph

Zeitgeist Addendum è un web film non profit del 2008, diretto, prodotto e distribuito da Peter Joseph ed è il secondo capitolo di Zeitgeist, the Movie; è uscito in lingua inglese sottotitolato in diverse lingue, tra cui l'italiano. Il film discute riguardo il sistema della Federal Reserve negli Stati Uniti, della CIA, delle corporation americane e altro, concludendo con la presentazione del Progetto Venus, creato dall'ingegnere sociale Jacque Fresco. In accordo con Peter Joseph, il film ha come scopo di localizzare le radici della dilagante corruzione sociale, offrendo allo stesso tempo una soluzione. In conclusione Addendum sottolinea il bisogno di eliminare ogni barriera che divide gli uomini e individua i passi concreti da fare per indebolire il sistema monetario. Il film suggerisce azioni di "trasformazione sociale", come boicottare le grandi banche, i media, il sistema militare e le multinazionali dell'energia. fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Zeitgeist:_Addendum
Buona visione*.

Sono accettati tutti i commenti. Facciamo le persone civili, non insultiamoci a vicenda senza un vero motivo.

*A puro scopo divulgativo. Questo è un web film non profit. Nessun Copyright è stato violato.

giovedì 26 febbraio 2009

L'Insegnamento dell'Acqua




L’acqua non è tutta uguale. A livello fisico e chimico presenta un’enorme variabilità. Ma anche due acque che hanno le stesse proprietà chimiche e fisiche possono essere molto diverse tra loro. Fino ad alcuni anni fa queste tesi erano sostenute da fautori delle discipline olistiche e naturali, ma rifiutate dalla scienza. Ma Masaru Emoto ha inventato un procedimento assolutamente scientifico per dimostrare che l’acqua ha una memoria, che è influenzata da inquinamento, musica, parole, scritte, intenzioni. Ha scritto diversi libri in cui ha riportato centinaia di foto estremamente interessanti di cristalli di acque diverse.

Il dottor Masaru Emoto, scienziato e ricercatore giapponese, ha messo a punto una tecnica per esaminare al microscopio e fotografare i cristalli che si formano durante il congelamento di diversi tipi d’acqua.

Ha poi fotografato l’acqua esposta a parole scritte, a musica, preghiere, parole pronunciate, acqua di montagna, acqua inquinata, ecc.

Si è visto che i cristalli dell’acqua trattata muta di struttura, inviando messaggi.

Le immagini di seguito riportate, tratte dal libro “I messaggi dell’acqua” Ed. Mediterranee, mostrano, come l’acqua sia come un nastro magnetico liquido in grado di registrare in modo molto sensibile le informazioni energetiche che riceve dall’ambiente. Sui libri di Emoto potrete vedere moltissime altre fotografie e trovare una spiegazione più dettagliata del suo metodo di analisi.

Nulla di nuovo per chi conosce l’omeopatia, la medicina vibrazionale, la floriterapia e le proprietà delle Acque Spirituali, ma estremamente utile per chi ha necessità di avere una dimostrazione scientifica.


Masaru Emoto è nato in Giappone nel 1943.
E’ un ricercatore internazionale che ha ottenuto fama mondiale per aver mostrato come l’acqua
sia profondamente connessa alla nostra coscienza individuale e collettiva.
Il suo messaggio è semplice, profondo, e lungimirante.

Laureatosi all'università di Yokohama, sua città natale, Emoto ha fondato l'IHM Co nel 1986 e ha conseguito il dottorato in medicina alternativa presso l'Open International University nel 1992.

Dopo aver studiato il fenomeno degli ammassi di stelle sparse, i suoi studi si sono orientati sui misteri dell'acqua, dall'uso quotidiano, all’acqua presente sulla Terra o all'interno del corpo umano - da un punto di vista più personale che scientifico - convinto che i cristalli d'acqua ne riflettano l'essenza.

Attualmente Masaru Emoto conduce la sua ricerca in Giappone e tiene seminari in tutto il
mondo. E’ presidente dell'IHM General Research Institute, dell'IHM e dell'IHM International Hado Membership.
Nel 2003 Emoto ha creato un’organizzazione mondiale non-profit che si chiama “Acqua internazionale per la vita” alla quale dedica la sua ricerca sull’acqua finalizzata alla pace nel mondo.

Ha scritto numerosi libri su quest'originale argomento, che hanno venduto oltre tre milioni di copie a livello internazionale e sono stati tradotti in venti lingue.

Il sito ufficiale del Dottor Masaru Emoto è www.masaru-emoto.net


mercoledì 14 gennaio 2009

L'ALIMENTAZIONE VEGETARIANA

La cucina vegetariana (o più precisamente latteo-vegetariana), vanta tradizioni antichissime, poiché risale al periodo Vedico (1500-1000 a. C.), e ha come alimenti principali cereali, legumi, derivati del latte, verdure e miele. Sarebbe estremamente interessante analizzare i motivi religiosi, filosofici, sociali e medici che portarono allo sviluppo di questo modo di alimentarsi, ma ciò sarebbe eccessivo per le nostre modeste conoscenze ed inoltre andrebbe al di là dei compiti che ci siamo prefissi.

Dalla seconda metà del secolo attuale, il crescente benessere ha portato un profondo squilibrio nelle abitudini alimentari dell'Occidente, stravolgendo tradizioni antiche che nei secoli avevano portato un equilibrio armonico tra risorse dell'ambiente e sfruttamento umano. La nostra alimentazione non è più scandita dal ritmo delle stagioni, che ci offrivano spontaneamente i cibi adatti alle condizioni climatiche: sintomatico il fatto che per sapere quali sono le verdure di stagione è necessario fornirsi di apposite tabelle! Inoltre la sempre maggiore disponibilità di cibo, ci ha fatto perdere di vista le nostre reali necessità in relazione all'attività svolta, costituzione e metabolismo, sesso, età, clima...

Il momento attuale, dopo l'eccessivo ottimismo dei decenni passati, ci ha portato ad una riflessione sul nostro intervento sul Pianeta che ci ospita e su tutti gli abusi che abbiamo perpetrato, non ultimo quello legato all'alimentazione. L'assenza di una qualsiasi pianificazione su larga scala della produzione e delle risorse, ha portato da un lato eccessi di produzioni da un lato e carestie dall'altro; l'applicazione di "miracolosi" prodotti chimici e pesticidi, non condannabili in assoluto, ma in relazione all'uso indiscriminato fattone, con il conseguente inquinamento del suolo e delle fonti; le estese monoculture in vaste zone della Terra hanno condotto ad un impoverimento del suolo; la sempre crescente richiesta di carne ha reso necessari imponenti di sboscamenti e radicali modificazioni dell'ecosistema (vedi Amazzonia). Tutti noi conosciamo questi problemi, a volte ne siamo addirittura nauseati, e spesso ci troviamo impotenti di fronte alla domanda: "Che cosa fare ?". Dapprima la curiosità e poi l'interesse di un crescente numero di persone per alimentazione vegetariana dimostra che anche tra di noi qualcosa sta finalmente cambiando. E' necessario chiarire il termine "vegetariano", che ha innumerevoli sfumature: un primo livello comporta all'astensione di cibi che comportino l'uccisione di esseri viventi: carne e pesce. Un secondo livello porta all'esclusione anche delle uova, in quanto esseri viventi in potenza: questa è la dieta latteo-vegetariana, di tradizione Vedica, quella di cui ci occuperemo. Un passo successivo porta all'eliminazione di tutte le sostanze di origine animale, come derivati del latte e miele: la dieta vegetaliana. L'ultimo stadio porta a nutrirsi esclusivamente di vegetali e frutta cruda (vegana). Ognuno di queste tradizioni ha le sue motivazioni, spesso belle e profonde oltre naturalmente a punti oscuri e contradditori. Ad un giudizio superficiale alcune concezioni possono apparire estreme, esagerate o rigide; noi riteniamo che l'importante non sia tanto di aderire ad una o all'altra corrente per motivazioni meramente intellettuali, ma perché sentiamo che quella è la via giusta per noi, che possiamo seguire naturalmente e senza eccessivi sacrifici: per esempio, rinunciare alla carne o ai dolci semplicemente perché pensiamo "che sia giusto così" porterà senz'altro ad un stato di conflitto, per cui il cibo che abbiamo eliminato rimane al centro dei nostri desideri; senz'altro i nostri propositi saranno frustranti e di breve durata. Se al contrario, sentiamo che un dato cibo non è più adeguato per noi, allora ce ne potremo distaccare senza fatica, senza neppure rinunciarvi: semplicemente non lo desideriamo più. Riteniamo che questa via "dolce", frutto di una progressiva maturazione e consapevolezza, sia quella che porta i migliori risultati.

Ancora una veloce esposizione delle teorie macrobiotiche, spesso confuse con quelle vegetariane. La corrente macrobiotica, sebbene si fondi su concezioni tradizionali giapponesi, è di formulazione piuttosto recente, intorno alla metà di questo secolo. Presenta vari livelli, e nei più permissivi concede l'uso di piccole quantità di pesce (perciò a rigore non vegetariana), fino a quello estremo, in cui ci si alimenta esclusivamente di cereali. In linea di massima esclude le solacee (patate, pomodori, peperoni, melanzane), frutta (specialmente se cruda, con esclusione della mela), dei cibi crudi in genere e dello zucchero; per contro fa un uso massiccio di alimenti esotici (della tradizione giapponese) e cibi cotti. La filosofia su cui si basa porta a raggiungere e mantenere un equilibrio fra Yin e Yang.



Quali sono le motivazioni che spingono a divenire vegetariani? Principalmente sono le due seguenti: la prima, di carattere etico, si basa sul principio che l'uomo non deve danneggiare o uccidere alcun animale per il suo sostentamento. La seconda di carattere salutistico: l'uomo non possiede una struttura fisica da carnivoro, quindi il nutrirsi di animali (le cui condizioni di vita, l'alimentazione e i metodi di cura non sono propriamente naturali) portano ad un progressivo intossicamento dell'organismo con le conseguenze per la salute che ormai tutti conosciamo. Spesso queste due concezioni si fondono in varie proporzioni e si rafforzano e sostengono l'un l'altra. Ma c'è una terza ragione, meno appariscente ma altrettanto importante, che spesso ci sfugge. Tutti noi possediamo un corpo, anzi per la maggioranza di noi "siamo" questo corpo. Ma ci siamo mai chiesti da cosa esso è costituito? Non è semplicemente l'insieme di sostanze chimiche complesse variamente combinate, ma è ciò che noi introduciamo al suo intemo: in parole semplici, noi siamo ciò che mangiamo. E' una verità evidente, quando enunciata, quasi banale, ma difficilmente ci pensiamo. Il cibo ci costituisce, e non solo su un piano fisico (e perciò relato alla salute corporea), ma anche sul piano mentale e addirittura spirituale, plasmando i nostri istinti, desideri, concezioni, credenze e aspirazioni. Quando noi ci nutriamo di esseri molto evoluti da un punto filo-genetico, e pertanto fortemente individualizzati (come i mammiferi: il maiale ha una struttura molto simile a quella umana, tanto che alcuni sostanze di base per farmaci, come il cortisone vengono estratti dal suo corpo e ben tollerati dall'organismo umano, porteranno ad incidere drasticamente sulla nostra modalità dell'essere), inoltre assorbiremo la loro aggressività; e, poiché senza eccezione sono stati uccisi con violenza, la acquisiremo, insieme alla loro paura. Se invece ci alimentiamo di esseri meno evoluti, quali i vegetali, essi modificheranno in modo molto meno sensibile la nostra individualità; in altre parole, saremo meno condizionati nella nostra essenza dal cibo: in ultima analisi saremo più liberi e coscienti. Questo punto di vista può apparire originale (per usare un termine gentile), ma se pensiamo al comportamento degli antropofagi, forse scopriremo che questa visione e maggiormente radicata di quanto oggi si possa pensare. Quale motivo dunque spingeva i "cannibali" a cibarsi dei propri simili? Acquistare le caratteristiche positive presenti nell'altro (esempio: il valore in un nemico coraggioso abbattuto) o rituale (cibandoci di una persona cara trapassata, essa continua a vivere attraverso di noi); in entrambe le forme si tende a modificare il proprio essere entrando in contatto con il prossimo, e quale modo più intimo (seppure estremamente discutibile) di fondere in noi l'essenza altrui che nutrendoci di esso, trasformandolo nella nostra carne, in noi stessi?

Prima di occuparci della parte pratica, è necessario spendere ancora due parole sulle teorie relate all'alimentazione nelle tradizioni dello Yoga e dell'Ayurveda. Nella concezione Hindu è sempre stato di massima importanza il concetto di purezza, che ha profondamente influito sulla struttura della società, determinando l'avvento delle caste, e di conseguenza anche nell'alimentazione. Quest'ansia di purezza è sempre stata presente nella civiltà Indiana, fino a diventare ossessiva ed opprimente, creando moti di insofferenza o di pacifica rivolta (come nel Buddhismo). Ma cos'è la purezza? In assoluto, tutto quanto è presente nell'Universo, in quanto manifestazione dell'Assoluto, è puro. In relazione però a esseri limitati ed imperfetti quali noi siamo, è impuro tutto ciò che ostacola il nostro cammino verso la liberazione. Perciò mentre uno Yogin realizzato può mangiare qualsiasi cibo, per quanto impuro e contaminato, e trasformarlo, in modo quasi alchemico all'interno del proprio essere, così non è per noi che siamo ad un livello infinitamente più basso. E se per gli Hindu la contaminazione era principalmente su un piano sociale e religioso, per noi Occidentali, più pratici e concreti, la contaminazione può essere maggiormente di carattere materiale: inquinamento da fertilizzanti e pesticidi nei vegetali, da farmaci di vario genere negli animali. Se osserviamo bene, le due concezioni non sono poi così diverse, ma solo adeguate agli ambiti socio-culturali in cui si manifestano.
Fine (almeno speriamo) della parte speculativa e tediosa.



Le trappole in cui possiamo cadere...

Spesso per far sì che i vegetali crescano più grandi e belli, vengono usate nelle coltivazioni dei fertilizzanti sintetici a base di azoto, che oltre a produrre dei vegetali di scarsa qualità, inquinano le falde acquifere. Per combattere i parassiti si usano pesticidi in quantità massicce, che oltre a fare stragi di insetti dannosi e innocui, uccidono anche uccelli e piccoli mammiferi. Inoltre ormai da qualche anno si stanno coltivando massicciamente vegeli geneticamente modificati (OGM), potenzialmente pericolosi per la salute non solo umana, ma planetaria: agendo su meccanismi che non si conoscono alla perfezione, e così delicati nel loro equilibrio, non si sa cosa realmente si ottiene. Inoltre gli OGM sono più resistenti delle piante tradizionali, e pertanto tendono ad essere invasivi e prendere il sopravvento sulle colture non-modificate. Ormai sono centinaia gli organismi modificati: prima fra tutte la soia ed il mais, usati in un numero grandissimo di prodotti industriali: leggendo le etichette, vi stupirete di quanti prodotti contengono lecitina di soia e amido di mais, e poi altri cereali, patate, pomodori, e chissà quante altre centinaia di specie... Inoltre per la legge italiana, non è obbligatorio scrivere se si usano OGM. Pertanto prestate molto attenzione sulle etichette: se il prodotto non è biologico, o se non c'è esplicitamente scritto che non contiene OGM, non avete alcuna garanzia in proposito!
Ancora più grave la situazione per quel che riguarda il latte (per tacere della carne). Infatti le mucche mangiano il foraggio (quasi sempre coltivato nel modo appena descritto); inoltre per curare e prevenire malattie, vengono "imbottite" di antibiotici, antidepressivi e altri vari medicinali, come gli anabolizzanti, per velocizzarne la crescita, delle sostanze stimolanti, per aumentare la produzione di latte... Ricordare lo scandalo della "mucca pazza", dovuta all'alimentazione impropria di animali vegetariani con farine animali. Qui la pazzia è solamente umana! La cosa, dopo lo scalpore iniziale, é stata messa debitamente a tacere (una malattia che ha un incubazione di vari anni non può essere debellata in sei mesi)...


Bibliografia e ricette vegetariane



Questa piccola bibliografia non ha alcuna pretesa di completezza. Sono solo alcuni titoli che possono orientare i neofiti o aiutare chi già esperto con alcune nuove ricette.

Il cucchiaio verde - aa. vv.
ed. Demetra - pp. 430 - ca. € 25

Un libro fondamentale. 700 ricette vegetariane divise per argomenti. Un'esaustiva introduzione sulle basi della cucina naturale. Ricco di tabelle e informazioni scientifiche. E' un libro molto equilibrato.
La cucina ayurvedica - Amadea Morningstar - Urmila Desai
ed. Il punto d'incontro - pp. 415 - ca. € 14

Questo libro espone con chiarezza i principi dell'ayurveda, che non è una medicina di tipo tradizionale, riguarda tutti gli aspetti della vita. Attraverso l'esame degli elementi,dell'energia, del gusto, dei dosha, impariamo a quali alimenti sono più adatti alla nostra tipologia. Con una serie di interessanti ricette.
L'alimentazione vegetariana - G.L De la Bigne - A. Amante
ed. Tecniche nuove - pp. 215 - ca. € 19

L'alimentazione viene trattata da un punto di vista innovativo, smitizzandola. Gli alimenti vengono trattati da un punto di vista strettamente scientifico, dando preziose informazioni sulle loro proprietà.
La cucina a base di cereali in armonia con i giorni della settimana Emma Graf - ed. Alassio - pp. 150 - ca € 10

In questo libro, viene trattato il rapporto tra ogni cereale e il relativo giorno della settimana. Diverse ricette a base di cereali.
La salute in armonia con le stagioni - G. Cella - C. Barzanò
Ed. Fabbri 2000 - pp. 175 - ca € 29

Manuale scritto in collaborazione con una dietologa, tratta di pratiche specifiche di purificazione per ogni stagione con una cura particolare ad una dieta appropriata.
Un gusto superiore - aa vv
ed. Bhaktivedanta - pp. 150

In una rassegna di questo genere, non poteva certo mancare un libro degli Hare Krisna. Sono riportate gustose ricette della tradizione Vedica. Le ricette sono divise in vari menù e chiaramente spiegati.
Lo Yoga dell'alimentazione - J. Santa Maria
ed. Siad - pp. 165 - ca € 8

Viene trattato l'aspetto filosofico e spirituale del cibo, con frequenti richiami ai Veda e alle Upanishad
330 ricette vegetariane - M. Rigaudier
Musumeci editore - pp. 150

Una semplice raccolta di ricette, varie ed appetitose, senza introduzioni o considerazioni filosofiche. Un buon manuale pratico.
Il cucchiaio di legno - Dominique Rosel
ed. Probios - pp. 130 - ca. 8

L'autrice, macrobiotica da oltre 20, racconta le sue esperienze di cucina francese, italiana, giapponese. Un testo fondamentale della cucina macrobiotica, semplice ed esauriente.
Cucina Naturale - D. Garavini - S.H. Chiari
ed. tecniche nuove - pp. 344 - ca € 17

Questo libro non tratta esclusivamente di ricette vegetariane; ma essendo queste la grande maggioranza, ben spiegate e con una buona introduzione, pensiamo meriti di essere menzionato.

venerdì 2 gennaio 2009

Contro ansia e depressione... meditate


Contro ansia e depressione... meditate
La meditazione può contribuire a risolvere i problemi di ansia cronica e di depressione. Sono ormai numerosi gli studi pubblicati che documentano l’efficacia delle tecniche antistress e meditative per combattere l’ipertensione, l’ischemia del miocardio, il dolore cronico, la malattia infiammatoria intestinale, le infezione, le dipendenze da droga e da cibo.tratto da http://www.lastampa.it/ del 12 dicembre 2008
La meditazione può contribuire a risolvere i problemi di ansia cronica e di depressione. Sono ormai numerosi gli studi pubblicati - recentemente riassunti da un editoriale di JAMA, la rivista dei medici americani -, che documentano l’efficacia delle tecniche antistress e meditative per combattere l’ipertensione, l’ischemia del miocardio, il dolore cronico, la malattia infiammatoria intestinale, le infezione, le dipendenze da droga e da cibo. In queste e in altre condizioni gli studi definiscono il valore aggiunto della meditazione: infatti quando viene affiancata alla terapia standard, i pazienti hanno un miglioramento superiore alla norma.
Per esempio, una recente review sistematica del gruppo di E. Ernst ha dimostrato che in persone con depressione ricorrente e ansia cronica, l’affiancamento della meditazione alla normale psicoterapia e psicofarmacologia favorisce il recupero nei due terzi dei pazienti, percentuale non raggiungibile con il solo trattamento standard.
Anche in Italia cominciamo ad avere esperienze al riguardo. Dopo un corso di base della durata di 30 ore, si verifica un rilevante abbattimento della sintomatologia di tipo depressivo, ansioso, di somatizzazione e inadeguatezza. Lo studio, presentato al recente Congresso della Società italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia da Francesco Bottaccioli, presidente onorario della società scientifica, da Antonia Carosella, maestra di tecniche meditative, dalle psicoterapeute Raffaella Cardone e Monica Mambelli, dalla psicologa esperta in statistica Marisa Cemin, ha preso in esame oltre 70 partecipanti ai corsi di «Meditazione a indirizzo Pnei» condotti da Carosella e Bottaccioli.
I partecipanti ai corsi sono stati studiati con il Symptom rating test, uno strumento scientifico che consente la valutazione del cambiamento sintomatologico. All’inizio del corso il punteggio totale della sintomatologia era di 18,9. Il test alla fine del corso (retest) ha registrato 5,8, con una riduzione dei sintomi di più di tre volte rispetto all’inizio del corso. Lo studio, realizzato su 71 partecipanti a corsi di «meditazione a indirizzo Pnei» tenuti da Antonia Carosella e Francesco Bottaccioli, dimostra un forte abbattimento della sintomatologia dopo 30 ore di insegnamento teorico-pratico, passando da 18,9 del test all’inizio del corso a 5,8 nel retest alla fine del corso.
Lo strumento usato è stato il Symptom Rating Test, un questionario sintomatologico validato fin dal 1974 che contiene quattro scale per misurare: ansia, depressione, somatizzazione e inadeguatezza.
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