lunedì 10 novembre 2008

Macroshift

Macroshift: il punto di biforcazione
Scegliere consapevolmente un futuro sostenibile per il nostro pianeta













Macroshift: Il cambiamento globale

Con il termine macroshift si intende il cambiamento globale, di pensiero e di vita, che una parte dell’umanità sta affrontando e che l’intera umanità dovrebbe scegliere sempre più consapevolmente nell’immediato futuro.


La crisi globale, ecologica,sociale e umana, impone una scelta tra infiniti futuri possibili. Lo Stato del Pianeta è drammatico, tutti i parametri di rischio ambientale, umano e politico - dal surriscaldamento alla sovrappopolazione alla militarizzazione – sono in costante peggioramento.

Non fare nulla significa accettare lo stato attuale e il futuro che comporta.
Dobbiamo scegliere il nostro destino, quello che veramente vogliamo: se continuare l’attuale sviluppo verso un futuro sempre più industrializzato, inquinato, militarizzato e senza rispetto per le minoranze e i paesi poveri, o scegliere un radicale cambio di rotta nella storia umana, un macroshift, una radicale trasformazione del modo di vivere, pensare, comunicare, cooperare ed evolvere insieme verso una civiltà planetaria.

Questo cambiamento e già in atto in ogni stato del mondo con i “creativi culturali” e la nuova cultura emergente, anche se ancora in modo sommerso, minoritario e quindi poco influente nelle decisioni politiche, economiche, sociali, belliche, ecologiche.

Il termine macroshift è stato proposto dal Prof. Ervin Laszlo, filosofo della scienza dei sistemi e promotore della coscienza planetaria, presidente del Club di Budapest e già docente in rinomate università statunitensi ed europee, che ha da pochi mesi pubblicato negli Stati Uniti il libro "Macroshift, cavalcare la trasformazione" che – per l’attualità del tema, anche in relazione alle ansie internazionali per l’incerto futuro collettivo - è già stato tradotto in nove lingue. Il concetto di macroshift è di fondamentale importanza per comprendere in modo articolato e reale le differenti dimensioni di questo fenomeno planetario e dei suoi possibili sviluppi economici, sociali, spirituali.

Gran parte della nuova intelligenza planetaria si sta muovendo in questa direzione, per stimolare una crescita umana, un’evoluzione della coscienza globale.


La crisi terminale
Quella di oggi non è una crisi morale, non è una crisi economica, sociale, assolutamente no: è una crisi evolutiva. (Satprem)

Fino ad ora, la logica del rinnovamento è stata essenzialmente a carattere spontaneo e intuitivo. Non esiste ancora una consapevoleza unitaria di ciò che sta accadendo e certamente questo posssibile futuro rappresenta una sfida alla consapevolezza umana.
È possibile considerare questa crisi planetaria come la crisi terminale del vecchio sistema che ancora in gran parte è presente, come condizionamento inconscio, in ognuno di noi. Tutti siamo nella crisi, tutti dobbiamo rallentare e trasformarci. Non è più possibile continuare sulle attuali anacronistiche linee di sviluppo orientate al possesso e al consumo.
Lo sviluppo materiale ha raggiunto il suo massimo storico, ora è necessario un differente tipo di sviluppo: lo sviluppo delle potenzialità umane. Wei Ji, l’ideogramma cinese che significa “crisi”, è composto da due segni, il primo significa “attenzione, pericolo” e il secondo “opportunità di cambiamento”. Questa crisi globale ci spinge ad una trasformazione globale.
E' necessario un salto evolutivo, non sociale ma individuale. Si rende necessaria una drastica apertura verso nuove e inesplorate visioni del mondo che nascono da differenti esperienze del vivere e dell’essere.


Il punto di biforcazione
Sono molto pessimista sul futuro dell’umanità... forse l’uomo ha terminato il suo cammino, allora è bene che lasci il posto ad un essere più evoluto. (Indira Gandhi)

Ogni analisi fino ad ora formulata sulla situazione attuale del nostro pianeta rivela che di fatto si stanno scontrando due grandi tendenze, due differenti visioni del mondo. Il nostro pianeta, inteso come sistema, si trova di fronte ad un "punto di biforcazione".

Lo stato attuale è di estremo squilibrio e turbolenza sia dal punto di vista ecologico che sociale e quindi il pianeta, come ogni "struttura dissipativa" dovrà confrontarsi con una necessaria scelta tra futuri possibili: o subire questo flusso di energie e informazioni caotiche e disgregarsi, o agire in modo unitario, integrando le energie e informazioni attuali in un livello di equilibrio più elevato e stabile.

Le ragioni di questo enorme aumeno di energia e informazioni è dovuto all'incredibile sviluppo tecnologico-industriale del secolo scorso e alle sue ripercussioni di enorme aumento della produzione, del denaro circolante, dell'inquinamento, dell'informazione, della comunicazione, dell'educazione, della mobilità delle persone tra nazioni, dell'apertura e conseguente destabilizzazione degli antichi sistemi culturali, etnici o religiosi che per millenni sono vissuti isolati gli uni dagli altri.
Il punto di biforcazione è una sfida all'intelligenza e alla consapevolezza planetaria. Una scelta e una sfida che, olograficamente, viviamo dentro di noi.



Le due culture
Ciò che ci aspetta non è una lotta politica, ma una guerra interiore dell’umanità, che si svolge dentro ogni individuo tra l'inconsapevolezza collettiva e la consapevolezza globale.

Dentro di noi si muovono due forze, la prima è dovuta all'imprinting della vecchia cultura patriarcale che ha dominato il pianeta per migliaia di anni, istintiva, basata sul potere dell’uomo sull’uomo, sul possesso dei figli e della terra, sul nazionalismo e sull’identificazione con il proprio gruppo, razza e religione. Questa cultura è basata sulla divisione dell’esistenza in sacro e profano, in bene e male, in materia e coscienza, essa ha diviso il pianeta in stati, religioni, classi e partiti, ha separato l’uomo in psiche e soma, e ha diviso tra loro scienza, arte e spiritualità, allontanando la conoscenza scientifica dalla conoscenza sacra.
Cultura rigida, settoriale, prepotente e fanatica, che tende al condizionamento e al controllo totale delle persone come della società, che si basa sulle direttive di una certa ideologia, fede o principio divino e che lo impone agli altri. Che poi venga chiamato indottrinamento politico, proselitismo religioso o, più semplicemente, il buon nome della famiglia, non cambia la struttura di fondo.

La seconda forza che sta emergendo lentamente dentro di noi è una nuova consapevolezza, alimentata da un’esperienza unitaria di se stessi e da una presa di coscienza globale dell'esistenza e dei problemi del pianeta.
Questa forza si manifesta nella nuova cultura olistica, ancora in germoglio ma con millenni di storia alle spalle, intuitiva, confusa, umana, verde, transculturale, rispettosa della natura e delle minoranze, colorata, trasgressiva, che si fonda sulla bellezza, sui diritti, sull’unità tra corpo, mente e anima, sulla sacralità della vita in ogni suo aspetto. Cultura flessibile e femminile, che per millenni è stata repressa e soffocata anche nel sangue e che solo da alcuni decenni riesce a far sentire la sua voce e le sue ragioni.

Il fatto che queste due forze siano entrambe dentro di noi, spiega l'origine di molti conflitti.
Nella maggior parte delle persone, prevale con decisione la prima forza imponendo un regime di dittatura o monarchia interiore che non lascia spazio ad altre voci o posizioni. In un numero sempre maggiore, le due forze si alternano o si scontrano in un equilibrio instabile, come in una sorta di prima repubblica interiore, più o meno democratica, in continua crisi di governo. In una minoranza, ancora esigua, inizia a prevalere con chiarezza la seconda forza, è lo stato dell'unità, della pace, del senso del bene comune che potremmo anche chiamare meritocrazia interiore, un modello politicamente ancora sconosciuto.
Da queste due profonde correnti di tendenza che si stanno variamente intrecciando e scontrando si sviluppano cambiamenti sociali, culturali e individuali di enorme portata, ma dal futuro ancora imprevedibile.


Le due curve di tendenza
Queste due tendenze possono essere raffigurate con maggior chiarezza con due curve.
Possiamo chiamare la prima curva della "salute planetaria", che riassume in sé i principali valori di benessere-malessere ecosistemico (equilibrio demografico-sovrappopolazione, protezione delle aree ecologiche-industrializzazione, purezza-inquinamento di acqua, terra e aria, rimboschimento-desertificazione, protezione-estinzione di spesie viventi, blanciamento-innalzamento della temperatura globale, ecc.), e la seconda curva di “coscienza planetaria”, che riassume in sé i principali valori umani (pace, qualità della vita, rispetto dei diritti umani, libertà, salute e prevenzione globale, educazione aperta, sviluppo del potenziale umano, evoluzione spirituale, informazione reale).
Si assume che in un pianeta equilibrato, ossia dove gli esseri che costituiscono la mente planetaria sono in stato di unità ed equilibrio, queste due curve dovrebbero seguire un andamento quasi parallelo; ogni processo di aumento di coscienza dovrebbe infatti corrispondere ad un analogo processo di miglioramento della qualità ambientale/ecosistemica globale e viceversa. Sul nostro pianeta purtroppo non è così.
La vecchia cultura continua ad anteporre la propria necessità egoistica a qualsivoglia reale necessità ecosistemica, la curva della salute planetaria, per via di questa inconsapevolezza generale, sta scendendo paurosamente, portandoci sempre più vicino a situazioni di catastrofe globale, ossia di irreversibilità.

La curva della “coscienza planetaria” negli ultimi decenni ha mostrato un rapidissimo aumento, studi statistici evidenziano come il numero di persone che si orientano verso la cultura olistica si raddoppi ogni tre-quattro anni circa; questa rapida crescita potrebbe creare, in poco tempo, un processo di trasformazione sociale che ancora non siamo in grado di prevedere.
Oggi tuttavia il numero totale delle persone "coscienti" è ancora troppo limitato e quindi debole nel suo impatto sociale, politico e ambientale. Diventa così necessario aspettare che il suo incremento arrivi a trasformare una parte significativa di popolazione.

Nei prossimi anni è necessario che l’attuale curva di tendenza al degrado ecosistemico mondiale si inverta e che la curva di crescita di una nuova coscienza emerga, cambiando radicalmente il nostro presente e il nostro futuro.

fonte: Nitamo Federico Montecucco Tratto dal libro: “Cyber la Visione Olistica” Ed.Mediterranee